SULL'APPELLO AI GARANTI DELL'INFANZIA E ADOLESCENZA – RISCONTRO ALLA GARANTE NAZIONALE DOTT.SSA CARLA GARLATTI
La dottoressa Carla Garlatti, Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, ha risposto alle tante segnalazioni ricevute da genitori che lamentano la discriminazione dei propri figli non vaccinati nell’esercizio dei diritti all’istruzione, allo sport, allo svago, alla cultura, sul presupposto “positivista” della insindacabilità della legge in quanto tale: poiché la norma impone la certificazione verde rafforzata per svolgere molte attività – afferma nel Suo ragionamento circolare – la discriminazione, che innegabilmente sussiste, sarebbe l’effetto di una scelta dei genitori.
Da un garante dei diritti dei minori ci si sarebbe aspettati un’altra sensibilità, giuridica e umana, nonché una diversa percezione della propria funzione, concepita per fungere da presidio e da pungolo, a protezione dell’interesse oggettivo delle giovani generazioni, nei confronti dell’attività dei decisori istituzionali.
Se le scelte dell’auctoritas politica, fondate sulle scelte dell’auctoritas “scientifica”, sono da considerarsi dogmi non discutibili, va da sé che qualsiasi aberrazione da esse scaturisca vada ipso facto assecondata. Si tratta di una impostazione passiva che conduce a un paradossale quanto insidioso ribaltamento logico, come infatti dimostra il surreale invito con cui il Garante conclude il proprio intervento rivolgendosi direttamente ai genitori: essi, invece di denunciare l’ingiustizia, dovrebbero assecondare i desiderata dei figli che, pur di riconquistarsi dei pezzi di vita, chiedano di vaccinarsi.
Sfugge tuttavia alla dottoressa Garlatti come il consenso informato (a cui il minore parteciperebbe in concorso con i genitori) ai fini della sua validità implichi una volontà per l’appunto – libera e realmente informata. E come lo slancio emotivo del “desiderio di maggior libertà” non sia certo in grado di integrare questi requisiti essenziali. È lo stesso legislatore infatti che, ben sapendo quanto sia problematica la formazione del giudizio in un soggetto per definizione ancora immaturo e facilmente guidato da pulsioni non razionalmente filtrate, prevede che la volontà del minore sia, comunque, adeguatamente integrata.
A fronte dell’enfasi posta sulla voglia di “libertà”, il garante trascura completamente gli oggettivi elementi di rischio che dovrebbero essere considerati nel bilanciamento con i presunti benefici derivanti dalla somministrazione di un farmaco autorizzato in via condizionata. È acclarato (e confermato anche da AIFA) il rischio miocarditi, così come è fuor di dubbio la mancanza di dati su possibili effetti a medio e lungo termine. Inoltre, dati recenti (vedi nota) fanno supporre che la vaccinazione abbia un effetto protettivo transitorio che tende in pochi mesi, con la variante omicron oggi dominante, a volgersi in negativo, ossia a rendere più vulnerabile chi vi si è sottoposto (con conseguente venir meno dell’effetto protezione verso terzi – che secondo alcuni sarebbe un motivo per cui i giovani dovrebbero vaccinarsi – i quali anzi sarebbero esposti a un maggior rischio). Tutti elementi, questi, che imporrebbero fin da subito l’utilizzo della massima cautela nei confronti dei bambini e dei ragazzi e che invece, a quanto pare, non rilevano affatto per chi, istituzionalmente, è preposto a tutelare la vita, la salute, il benessere psicofisico degli adulti di domani.
Alla dottoressa Garlatti non sono evidentemente chiari i criteri e i limiti della fondamentale funzione che è chiamata a svolgere ed è per questo che auspichiamo a gran voce le Sue dimissioni.