Le recenti dichiarazioni rilasciate all’ANSA dal dottor Anelli sulla riforma del Codice deontologico, a margine della due giorni di convegno indetto da FNOMCeO, destano preoccupazione, ma non stupiscono più di tanto. Purtroppo.
Si sa come il modello democratico concepito dal dr. Anelli, che sempre si esprime forte delle sue zero pubblicazioni indicizzate su PubMed, sia quello, di stampo nordcoreano, dove un Doshi o uno Ioannidis qualsiasi non sarebbero più degni di far parte della “comunità scientifica”. Egli ci informa che il codice deontologico non viene aggiornato dal lontano 2014 e si sa, anch’esso funziona un po’ come i sistemi operativi dei nostri smartphone: scade. In barba agli eterni dettami di Ippocrate. E alle terapie personalizzate, tanto sbandierate, ad pompam, dalla stessa FNOMCeO. Così personalizzate che il “vaccino” va bene per tutti, a prescindere, perché il suo valore salvifico è insindacabile e il medico non può mai sconsigliarne l’utilizzo. Altrimenti: sia ANATEMA.
E non importa quanti debbano sacrificare all’idolo la propria salute e persino la propria vita.
Si va avanti lo stesso.
E se qualche magistrato pignolo volesse dubitare del dogma, soccorre lo scudo penale: chi, da bravo sacerdote della nuova religione, per fede inietta il siero magico senza nulla sapere delle sue proprietà, è intoccabile.
Al contrario di quegli infedeli che continuano a porsi domande. Che credono che la scienza sia dubbio. Che ritengono come ogni azione compiuta sul corpo di un uomo debba essere sempre attentamente ponderata sulla base del continuo aggiornamento delle conoscenze scientifiche e della valutazione del rapporto rischio/beneficio.
Invero, la pulsione autocratica del presidente ebbe già modo di manifestarsi quando, insieme agli altri presidenti di ordine delle professioni sanitarie, invocò l’intervento del Governo e, visto che c’era, anche delle forze dell’ordine, per impedire la libera discussione nelle aule ordinistiche.
Parimenti fu manifesta la sua cultura scientifica quando impedì a medici guariti di rientrare in servizio, non fosse mai che l’immunità naturale, questa sconosciuta, funzionasse meglio del siero sperimentale.
Dr. Anelli, faccia un favore alla classe medica, e con essa a tutti i cittadini italiani che, quale garante della correttezza e del decoro nell’esercizio della professione medica, Ella dovrebbe tutelare: si dimetta.
La dimenticheremo come si dimentica un brutto sogno.